L’ileo-psoas è l’unico muscolo a collegare il tronco agli arti inferiori, oltre a essere il primo ad attivarsi in caso di pericolo per preparare il corpo alla fuga. Il nostro sistema nervoso, inoltre, reagisce allo stesso modo anche in casi apparentemente diversi.
Se, per esempio, devo scappare dall’attacco di un leone, se il mio capo mi sta rimproverando, se sto guidando e improvvisamente freno. Se, come in questo momento, mi informano che esiste un virus che potrebbe compromettere la mia vita o la vita dei miei cari. Il sistema nervoso, in tutti questi casi, percepirà il pericolo e la sua reazione sarà identica a quella della fuga, con l’attivazione dei muscoli deputati a questa funzione (in particolare dello psoas) e con la secrezione di adrenalina.
Spesso, lo stato di attivazione del muscolo permane anche quando il pericolo è passato. Consideriamo, inoltre, il fatto che, stando a lungo seduti (per lavoro o perché in questo periodo si è trascorso molto tempo a casa), lo psoas si troverà in perenne accorciamento: la vita sedentaria compromette inevitabilmente la sua elasticità. Questo spasmo continuo andrà a determinare rigidità e dolore sia a livello lombare sia femorale.
Considerando poi la stretta relazione che lo psoas ha con il diaframma, appare chiaro come questi muscoli costituiscano una vera e propria unità funzionale, il cui stato di salute dovrebbe essere una priorità per il mantenimento del nostro benessere.
La terapia manuale e lo yoga sono le due tecniche che più influiscono sul miglioramento dello stato tensivo di questo importante muscolo. Il suo corretto funzionamento porterà ad una diminuzione dell’ansia e dello stress, al miglioramento della postura e ad una maggiore fluidità del movimento.
Nelle immagini di seguito tre fasi per lo stretching dei muscoli anteriori dell’anca e della coscia.



Articolo tratto da “Corso breve di anatomia umana” di Sabino de Bari, Erga edizioni.