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COSA È IL REFLUSSO GASTROESOFAGEO

La malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) è una condizione che si sviluppa quando il reflusso del contenuto gastrico determina sintomi e complicanze. 

Questa è la definizione, tutt’oggi accettata dalla comunità scientifica internazionale, data nel consesso di Montreal del 2006.

I sintomi sono considerati “fastidiosi” quando incidono negativamente sul benessere di un individuo. Alcuni pazienti presentano sintomi lievi che si verificano 2 o più giorni alla settimana.

Bruciore retrosternale e rigurgito acido sono i principali sintomi del reflusso gastro esofageo. A questi sintomi si aggiungono manifestazioni atipiche (cioè sintomi di origine extra esofagea) come:
– dolore toracico non cardiaco
– asma e tosse cronica
– laringite da reflusso
– disturbi dell’orecchio e manifestazioni del cavo orale.

Nei disturbi atipici vanno considerati anche i disturbi del sonno: si è vista una correlazione tra Apnee notturne (OSA) e reflusso acido.
Anche rigidità muscolo scheletriche nella zona dorsale o cervicale con svariati sintomi a carico di queste zone corporee si possono associare a questa patologia.

INCIDENZA

Il 20- 30% della popolazione europea soffre di reflusso gastro esofageo. 

La prevalenza dei sintomi da MRGE nel nostro Paese è notevolmente elevata, interessando il 44,3% della popolazione italiana, con entità e frequenza naturalmente variabile (Tosetti C., Rivista SIMG – Società italiana medicina generale).

L’aumento dell’incidenza della sindrome negli ultimi 20 anni sarebbe ascrivibile all’incremento dell’obesità (Balzani 2013). La malattia interessa tutte le fasce di età, in particolare a partire dalla quarta decade. 

 

CAUSE DEL REFLUSSO GASTROESOFAGEO

Molti sono i fattori che causano il reflusso gastroesofageo anche se vi è un evento fisiopatologico comune: l’incompetenza della “giunzione esofago-gastrica” o “cardias”.

  • alimentari: svuotamento lento dello stomaco causato da pasti troppo abbondanti, troppo grassi, uso di troppo caffè, alcol (irrita la mucosa dell’esofago). Il sovrappeso determina un aumento della pressione intraddominale e questo predispone maggiormente al reflusso
  • abitudini scorrette: poca attività fisica, fumo (la nicotina stimola la secrezione acida e rallenta lo svuotamento dello stomaco)
  • funzionali una ridotta funzionalità dello sfintere esofageo inferiore o la rigidità del muscolo diaframma: De Troyer et al. 1981, Mittal 1990, Shafik et al. 2005, Miller 2011, hanno dimostrato come la parte più inferiore del diaframma (parte crurale), svolga una importante funzione nella tenuta della barriera anti-reflusso.  . Tutte le tecniche di respirazione e sblocco diaframmatico sono quindi molto importanti e indicate per migliorare il reflusso gastroesofageo.
  • farmacologici: alcuni farmaci possono causare il reflusso
  • ormonali
  • emozionali: le due emozioni primarie che influiscono su questo apparato sono la rabbia e il dolore vissuto (i traumi emotivi, i lutti).
  • Altra causa da non sottovalutare è la rigidità del muscolo diaframma.
    Il diaframma dei mammiferi è stato tradizionalmente studiato come un unico muscolo nella funzione respiratoria, tuttavia, ci sono delle evidenze che suggeriscono l’utilità di analizzare questo muscolo come due muscoli separati, il diaframma crurale e il diaframma costale (De Troyer et al. 1981, Mittal 1993).

De Troyer et al. (1982)hanno dimostrato che mentre il diaframma costale espande la gabbia toracica inferiore, il diaframma crurale non modifica in modo sensibile le dimensioni della gabbia toracica. Il diaframma crurale, a quanto pare, ha un ruolo respiratorio minore, ma è molto coinvolto nelle funzioni gastro-esofagee, come la deglutizione, il vomito e il contributo alla barriera da reflusso gastroesofageo.

Un’alterata funzione della porzione crurale del diaframma determinerà del passaggio di materiale gastrico a livello esofageo, instaurando la malattia da reflusso gastroesofageo.

Il diaframma crurale e costale dissociano le loro attività anche nella fase terminale del ciclo del vomito; infatti, il diaframma costale si contrae per aumentare la pressione addominale e quindi forzare i contenuti gastrici verso l’esterno, il diaframma crurale si rilassa per consentire l’espulsione del contenuto gastrico e (Miller 1990).

Shafik et al. (2005) hanno osservato che l’imbragatura crurale sembra influenzare l’occlusione esofagea non solo mediante compressione diretta ma anche “attorcigliando” l’esofago.

Durante la peristalsi esofagea, lo sfintere viene rilassato per consentire al bolo di entrare nello stomaco, mentre a riposo, la funzione di questo sfintere è di prevenire il reflusso di contenuti gastrici acidi nell’esofago.

In condizioni di riposo, genera una pressione positiva superiore alla pressione intra-addominale, impedendo il reflusso del contenuto gastrico nell’esofago e conseguentemente il bruciore di stomaco sintomatico.

Sia lo sfintere esofageo inferiore che il diaframma crurale contribuiscono alla pressione della giunzione esofagogastrica (Miller et al. 2011).

Tutte le tecniche di respirazione e sblocco diaframmatico sono quindi molto importanti e indicate per migliorare il reflusso gastroesofageo.

SINTOMI DEL REFLUSSO GASTROESOFAGEO

I sintomi più comuni del reflusso gastroesofageo sono: il bruciore retrosternale, fastidi o dolori addominali, rigurgito, acidità nella gola, eruttazioni, tosse cronica, asma. A questi sintomi si possono aggiungere rigidità muscolo scheletriche nella zona dorsale o cervicale con svariati sintomi a carico di queste zone corporee.

Il reflusso può essere erosivo o non erosivo (NERD). Nel reflusso non erosivo sono presenti i sintomi tipici della malattia ma non c’è danno a carico della mucosa esofagea.

COSA FARE

È innanzi tutto  importante distinguere tra chi soffre sporadicamente di reflusso gastroesofageo da chi, invece, ha fastidi e sintomi costanti (quotidiani e/o presenti per più ore durante la giornata).

Nel primo caso potrebbe bastare fare un’analisi dei cibi e delle bevande ingerite cosi da togliere gli alimenti che scatenano il sintomo cosi come eliminare l’utilizzo di alcol o fumo. A queste persone si consiglia di rivolgersi ad un nutrizionista che possa dare loro delle corrette abitudini alimentari. L’esercizio fisico costante ed altre sane abitudini come, per esempio, dedicare alcuni minuti al giorno a pratiche respiratorie o di meditazione possono aiutare.

Nei pazienti che hanno un disturbo costante, solitamente viene prescritta terapia farmacologica (IPP inibitori della pompa protonica che inibiscono la produzione di acido cloridrico da parte delle cellule gastriche o H2 antagonisti che sono degli antagonisti dei recettori istaminici. L’istamina induce la produzione di acido gastrico) con antiacidi che inibiscono le secrezioni gastriche.

In questi pazienti si consiglia di modificare le proprie abitudini alimentari, di lavorare a fondo sul diaframma con esercizi respiratori precisi e con tecniche per sbloccare questo muscolo che, se irrigidito, non compie più, con la sua parte crurale, la funzione di sfintere esofageo.

Utile tenere la testa più sollevata se ci sono sintomi notturni e non mangiare prima di coricarsi.

 

REFLUSSO GASTROESOFAGEO ED EMOZIONI

Come accennato prima anche le nostre emozioni possono influenzare il nostro apparato digerente.

L’organo più attivo quando ci arrabbiamo è la cistifellea, non a caso si dice di una persona che spesso perde le staffe che è una persona biliare. Nella Medicina Tradizionale Cinese la rabbia è legata all’organo sopra citato, la cistifellea. Nel produrre più bile la cistifellea si ingrossa, alcune volte si creano dei calcoli che possono ostruire il deflusso della bile e far infiammare l’organo. Questa infiammazione si può irradiare a tutta la zona epigastrica e incidere sulla salute dello stomaco.

I dolori non elaborati sono dei veri e propri boli non digeriti.

Se lo stomaco secerne i succhi gastrici per digerire un dolore o un trauma emozionale, in assenza di cibo, con il passare del tempo, l’acido cloridrico provocherà delle lesioni a carico della mucosa esofagea.

 

L’APPROCCIO DELLA FISIOTERAPIA STRATEGICA

L’approccio della fisioterapia strategica nel trattamento del reflusso gastroesofageo prende in considerazione sia l’aspetto fisico sia quello emozionale poiché entrambi incidono su questa disfunzione.

  • La parte manuale si fonda sulla capacità di ridurre le tensioni fasciali, agire sulle aderenze peritoneali e favorire la mobilità dei visceri. Le manovre andranno a ripristinare la corretta fisiologia e il corretto funzionamento dei visceri.
  • Una parte fondamentale del lavoro è sbloccare il diaframma con tecniche manuali prima e con pratiche respiratorie specifiche poi.
  • Il trattamento della parte emozionale si avvale dei protocolli del centro di terapia strategica di Arezzo del Prof. Giorgio Nardone. Con il Coaching strategico è possibile elaborare  i dolori e i traumi così come imparare a gestire la propria rabbia – o la rabbia che ci viene mossa contro. Questa fase  risulta importante perché la corretta elaborazione e gestione emozionale conduce il paziente a ridurre le tensioni fisiche che sono mantenute dalle emozioni o dai vissuti sopra citati.

 

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