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Preoccuparsi di qualcosa è come pagare interessi su un debito che nemmeno sei certo d’avere“.

Mark Twain


Preoccuparsi etimologicamente vuol dire “occuparsi prima” di un qualcosa che non posso risolvere o svolgere nel momento presente.

Cosa accade quando ci preoccupiamo? Generiamo un’incertezza, un disagio generale che crea quella sensazione che comunemente chiamiamo ansia.

Possiamo preoccuparci del futuro o del passato ma quello che dobbiamo sapere è che l’ansia è, di per sé, una buona amica, è un’attivazione fisiologica che si innesca nei momenti di pericolo o di paura e che ci allerta, è un campanello di allarme. 

Quando il nostro sistema percepisce pericolo si innescano una serie di reazioni fisiologiche e ormonali che servono a proteggerci. Tutto si attiva per la fuga o l’attacco. Il battito cardiaco accelera per pompare più sangue al fegato, ai muscoli, al cervello. Il respiro si fa corto e veloce per ossigenare meglio i nostri organi. 

Perché quando nel futuro prossimo ci sono troppe cose da fare, colloqui, problemi da gestire, l’ansia aumenta?

Queste situazioni non sono risolvibili sul momento e, quindi, si crea un circolo vizioso tra i pensieri ridondanti che continuamente parlano dentro la testa ipotizzando vari scenari e il non poter agire nell’immediato. È un po’ come rimanere nelle sabbie mobili, vorremmo muoverci ma non possiamo. Il nostro organismo vive tutto ciò come un pericolo e quindi si attiva. Le preoccupazioni aumentano l’ansia proporzionalmente a quanto ci pensiamo. 

Se, per esempio, devo affrontare un discorso delicato con il mio capo o con la mia compagna, starò tutto il giorno a pensare a cosa dire, alla sua reazione, a come le cose potrebbero complicarsi ecc. 

Tutti questi pensieri, che sono solo dei castelli di carta poiché esistono solo nella testa e non nella realtà attuale, vanno ad alimentare l’ansia. In questi casi è l’occuparsi prima di un qualcosa che non può essere gestito o risolto al momento a stimolare e far peggiorare l’ansia. 

Un paio di suggerimenti – se ti sei riconosciuta/o in questa situazione – potrebbero essere i seguenti:

  1. fare una programmazione: mettere per iscritto tutte le cose che devi fare. Dedicare a questa programmazione un momento della giornata, meglio se all’inizio della settimana. 
  2. una volta programmato il o i giorni in cui devi fare determinate cose, tutte le volte che ti verrà in mente quella situazione prova a rispondere a quella voce nella testa dicendo fermamente “me ne occuperò quando è stata programmata”! Ripetiti mentalmente questo mantra: “non ora, ci penserò quando sarà il momento”. Questo tipo di atteggiamento mentale funziona benissimo anche con le cose che sono molto future come per esempio un esame universitario, un colloquio di lavoro ecc.

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